IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

il Lupo perde il pelo ma non il vizio” mi ha urlato contro la Ribelle!

“Se una persona non sa vivere la propria libertá ha bisogno di regole”. Quando a colazione l’ho detto tutte sono esplose in un coro di proteste.

La Ribelle appunto con proverbi da medioevo, e in sequenza l’Eterna-Adolescente mi ha accusato di EGOISMO, la Poetessa di INSENSIBILITÁ, l’Innamorata di essere senza CUORE (ovviamente!)

Il problema alla base é il solito: troppa LIBERTÁ! Chi non sa utilizzarla danneggia gli altri e cioé la sottoscritta!

Io LAVORO! Lo vedono e lo vivono perché hanno una casa dove stare, di che sfamarsi, tutti i servizi per vivere in quest’era tecnologica e consumistica, e hanno anche un po di TEMPO per occuparsi delle loro faccende.

Ció nonostante si lamentano che io prendo il loro tempo per svolgere le mie attivitá. Ma se loro non producono niente di che, io non posso permettermi questo spreco di tempo.

Quindi sto ripristinando le vecchie regole. Cosa dovrei fare altrimenti? Lasciare l’Eterna-Adolescente col naso all’insú a fantasticare sogni che non realizza? Permettere alla Ribelle di occuparsi delle cause perse degli altri anziché di se stessa? Accontentare la Poetessa e farle fissare un foglio bianco in attesa della rima giusta da scrivere? Perdere un tempo infinito con l’Innamorata che chatta sui canali con uomini insulsi che non sanno neanche cosa vogliono fare della loro vita?

No! Questo non avverrá. Quindi ho preparato le nuove regole per una LIBERTÁ CONDIVISA E BILANCIATA:

partendo da una giornata di 24 ore di cui 6 le passiamo dormendo le invito a fare il loro programmino tenendo conto che il lavoro mi occupa per 14 ore al giorno; a queste sommiamo circa 2 ore per pranzo e cena rimangono 4 ore totali

  1. Non puó essere presa piú di 1 ora per volta a meno che non ci sia la piena autorizzazione da parte delle altre condomine
  2. Nel caso in cui la propria ora sia da utilizzare in luoghi distanti che non permetterebbe alle altre il pieno utilizzo della propria ora si dovrá fare richiesta preventiva con indicazione della restituzione del tempo ulteriore richiesto
  3. Previo accordo collettivo si potrá cumulare le ore di piú giorni cosi da permettere di vivere piú giorni all’insegna delle loro passioni: es il viaggio con amici per l’Eterna-Adoescente oppure la Poetessa potrá stare in attesa che le parole piovano dal cielo senza interruzione
  4. I sabati e le domeniche saranno organizzate in base a richieste specifiche inviate preventivamente alla sottoscritta
  5. In assenza di richieste specifiche le ore del sabato e della domenica saranno in numero di 3 per condomina

Credo proprio che sia perfetto non avranno di che lamentarsi! Ora mando l’email, sicuramente saranno tutte felicissime! Non sono poi il LUPO che loro dipingono

Scelte coraggio paura e giorni nuovi

Scelte coraggio paura e giorni nuovi
Devo ancora capire se mi servirá piu coraggio o piu paura a stare come sto. Non sto male, non sono depressa, non sono tanto arrabbiata, non sono neanche triste; in effetti rispetto al periodo prima del limbo sto molto meglio. Tuttavia la tempesta di domande che imperversa nella mia mente da mattina a sera mi fanno riflettere su quanto poco mi diverta, su quanto poco esprima me stessa, su quanto poco mi riconosca. Meglio: vedo solo una parte di me, e le altri parti praticamente non esistono in barba alla convizione – errata – di essere una persona completa. Bene, questo é il punto: voglio qualcosa, ma ancora non so esattamente cosa! Guardo le condomine che sono e sanno essere quello che vogliono, e io sono solo quella con l’armatura pronta a combattere e sbaragliare nemici.
In fondo, credo che mi piaccia, ma vorrei anche capire se posso essere altro e non solo una guerriera. Quando si agisce il prorio ruolo ci si abitua ad essere quel ruolo e volente o nolente lo si abbbraccia totalmente.
Allo specchio guardo la mia armatura: é ammaccata, frutto di tanti combattimenti. Ne vado fiera, mostra il mio coraggio. Tuttavia credo che indossarla tutti i giorni non mi permetta di mostrare e di epsrimenre tanto altro di me come per esempio il mio lato ironico e divertente. Lo so se ci fosse qui Eterna-Adlescente direbbe – chi? tuuuuu ironica?? tuuuu divertente??? naaaaaa – eppure so che c’e.
Allora la domanda é questa: é necessaria piu paura o piú coraggio a mostrare questo mio lato? Quale condizione mi potrebbe far cambiare, togliere la corazza di tanto in tanto e vestire i panni dell’ironica, magari part-time? Per arrivare a questa scelta quanto coraggio di cambiare e quanta paura di restare ad essere solo una parte di me, servirebbero? Una cosa la so: avrei, nel mio orizzonte popolato da domande impertinenti, nuovi giorni divertenti e interesssanti…. forse!

Quando si fanno domande arrivano risposte

Quando si fanno domande arrivano risposte
Quando si fanno domande prima o poi qualcuno risposde. I punti interrogativi posti alla fine di ogni cosa che faccio ormai mi fanno compagnia tutto il giorno, ne piu e ne meno com’era successo quando il silenzio assordante aveva invaso casa. Con le domande sta succedendo la stessa cosa: sto preparando il caffellatte e qualcuna mi chiede – ma sei sicuro che lo vuoi? O preferisci il te o uno yogurt ? – No yogurt no! Pero magari un te al limone. Sto per salire in macchina e la solita vocina mi chiede – ma ti piacerebbe fare una passeggiata sino a lavoro? – te lo giuro che saremmo dovuto uscire 2 ore fa per arrivare in orario in ufficio – E ancora davanti alla sbarra che si sta sollevano per farmi entrare a lavoro sento – Perche lavori qua? – non ne posso piu di queste domande! Eppure per quanto le domande ricevono un riposta immediata, quel punto interrogativo continua a girare nellla testa insoddisfatto di una risposta istinttiva ma non consapevole. Questo flusso di domande, questi punti ballerii che piroettano davanti ai miei occhi si insinuano lentamente e volente o nolente affiora un ragionametno che si mette davanti nero su bianco e la rispota é arrivata: non voglio piu fare il lavoro che faccio. l’ho detto. All’inizio mi é sembrata una grande stupidaggine. Cosa vuol dire non voglio piu fare questo lavoro e di cosa campiamo di domande frullate?? Le bollette come le pago> Al supermercato mi metto nel portafoglio un paio di domande e pagp ? Certe risposte complicano la vita! Come faccio a lasciare il lavoro? É una follia, e soprattutto … perche ? I signori punti di domande che la fanno facile dovrebbero spiegarmi cosa dovrei fare dopo questa follia! Ma i punti di domande neanche si scompongono e come l’erba infestante continuanao a proliferare perche il guaio é cosa vuoi fare che questo lavoro non ti a la possibilita di fare ?? dopo una giornata di domande sono cotta .. ma nel frattempo …

La logica il vento e il cambiamento

La logica il vento e il cambiamento
L’organizzazione nel condominio é strana. Ognuna di noi va di corsa e non abbiamo neanche il tempo di parlarci. Ecco, vorrei sentire la loro opinione al riguardo delle domande burrascose che vorticano da un po di tempo nella mia testa! In quest’ultimo periodo mi guardo allo specchio e sono sempre la stessa – cosi mi pare – con le stessa ruga che taglia il sopraciglio, ma non mi sembro proprio io. Anche a lavoro sono molto piu portata a mandarli al diavolo, cosa che prima non mi passava neanche per la testa. Ci sono giorni che penso di collaborare con dei pazzi e mi chiedo chi me lo fa fare. Almeno li la risposta arriva subito servita – i soldi – ma tutte le altre domande sorvolano sul mio capo pronte a sganciare la bomba. Ssono quindi sul chi va la, in attesa di conoscere e paura di sapere. Vedo tutte le altre ben sicure di quello che vogliono e dove andare. E la domanda semplice alla quale non so dare risposta é : e io cosa voglio fare? La presenza delle condomine mi crea una bella confusione. Prima quando stavano giú in cantina tutto era chiaro e semplice: io avevo il mio bel da fare a portare la mia vita e tenere a bada le loro intemperanze … ma ora? Le intemperanze sono diventate un diritto ad esistere, una loro espressione e la mia vita e un accumulo di ore di attivitá delle quali non mi importa niente, non suscitano in me niente piú che un lungo sbadiglio. Mi chiedo quanto io ia mai stata me stessa e quanto me stessa sia stata determinata dagli altri. Giá questa frase mi sembra fuori dalla mia portata, forse apparterrrebbe piu alla Ribelle o alla Poetessa ma io che pronuncio queste parole sorprende me per prima. Io sono Capocondomina perché sono nata cosi, oppure la situazione, gli altri hanno modellato il mio nome? Se io non avessi le condomine sarei quella che sono? E ora che le condomine non sono piu in cantina non combatto piú acontro di loro cos sta deteminando nella mia vita? Le consideravo ingrate, e loro mi consideravano carceriera – un po eccessivo a dire il vero – ma tutto aveva una sua logica! Ora é tutto per aria e io mi guardo allo specchio e sto cercando di capire il mio nome…

Mi piacciono le uova strapazzate o all’occhio di bue?

Mi piacciono le uova strapazzate o all’occhio di bue?
L’altra sera ho rivisto il film Se scappi ti sposo con Richard Gere e Julia Roberts. Quando ho rivisto il pezzo in cui lei si cucina le uova per capire cosa le piace di piu me lo sono chiesta anche io. É da ieri mattina che mi ronza nella testa il domandone cosa mi piace e cosa no. La risposta in automatico é stata che tutto quello che faccio mi piace, pero in effetti no! Il viaggio nelle mie domande continua. Non lo faccio volutamente ma si piantano li davanti e non ce verso di far finta di niente. Stanno li sin quando non do retta a queste mocciose pretenziose. Domande domande e poi domande! Ho iniziato proprio dalle uova e alla fine ho scoperto che mi piacciono in tutte i modi, tranne che crude: crude NO! Ora sono alle prese con le persone: che tipo di persone mi vanno a genio, quali mi piacciono particolarmente? Quali non sopporto? Ho pensato da principio di avere pochi elementi da mettere sulla bilancia che mi fanno preferire o meno le persone: simpatiche o antipatiche poi ho aggiunto altro quali capacitá argomentativa, poi intelligenza, ma ho anche scoperto che adoro le persone introverse e che vado pazza per chi mi fa ridere. Riflettendo sulle persone riflettevo sui miei gusti e ho capito che non é solo una questione dei miei gusti ma molto influisce cosa sto vivendo in quel momento e cosa mi aspetto nella vita e conseguentemente dalle persone. Certo dire cosa mi aspetto dalle persone fa molto periodo antidiluviano. Significa non aver sperimentato la delusione delle aspettative, afferma una posizione arcaica della propria mente e conoscenza di se stessi. Chilometri di letterattura sono stati scritti sul tema, qualcosa ho letto, eppure mi aspetto sempre di ricevere dagli altri: perche voi NOOOOOO??? Altrimenti perché mai dovrei avere una qualsiasi relazione con queste persone? Non importa di quale natura sia il rapporto. Quindi tra le tante opzioni che mi do quando scelgo una persona, in cima c’é la risposta alla domanda: riesce a interessarmi mentalmente? Questa domanda inconsapevole (ora non piú) mi guida tra le persone, in particolare per quelle con le quali ho e posso avere relazioni importanti. Ho comprato un quaderno e scrivo tutte le cose che mi piacciono e perché. Capiró tutto quello che non mi piace cosi da evitarlo? Forse! Il mio sguardo ora é piu attento e curioso, ma rigoroso. Per non perdere niente e per essere certa di cosa scelgo.

Buoni propositi progetti domande e partenze

Buoni propositi progetti domande e partenze
Il nuovo anno mi ha colto di sorpresa. I cambiamenti nel condominio mi hanno fatto dimenticare il tempo che ha continuato ad andare avanti nonostante io fossi impegnata con una andata e ritorno dal limbo e la conoscenza di queste condomine. Nonostante il passato non mi stanno tanto sulle palle, anzi posso dire che le trovo interessanti. Un tantino strane ma interessanti. Mi sento come quando incontri una conoscente e ti chiedi come che non l’hai conosciuta meglio prima, o addirittura ti stava antipatica!
Un altro anno é passato, se li guardo un secondo mi accorgo che era un continuare quello che giá facevo senza valutare, senza scegliere. Ora si stanno allineando come soldatini in prima fila delle domande che pretendono di sapere se quello che faccio mi piace, mi diverte, se desidero fare qualcos’altro. Continuo a chiedermi se queste domande sono giuste o sono solo grilli per la testa, che non avendo un lavoro che li tenga occupati, vanno a zonzo istigando domande inopportune. Anche senza dare tanto ascolto ai grilli e non impaurita dal quel fuoco di domande, guardo comunque al nuovo anno con curiositá. Molta della curiosita é determinata dalla presenza delle condomine, hanno riempito il condominio di una energia che rende l’aria frizzante, il sangue scorre veloce nelle vene e anche se non profittevoli sono impegnatissime tra buoni propositi e decisioni o conferme di decisioni. E io? Anche io sono impegnata, a lavoro tutti i giorni, ma non ho preso nessuna decisione e non ho finalizzato un progetto: credo che questo non vada bene. Tutti sono alle prese con progetti da realizzare, mi sembra di essere su una giostra e non so cosa devo fare. Guardo i soldatini armati di domande che hanno una carica pronta da spararmi addosso. E allora penso che sará una cosa divertente ricevere domande, sara interessante giocare andando alla ricerca delle risposte. Quali trovero? Senza saperlo ho preso la mia decisione: andare in cerca di risposte alle domande. Faró una lista delle domande e partiró dalla prima : mi piace fare quello che faccio? Che viaggio mi attende e dove mi portera non lo so. Come sará per me il 2018? Si presenta interessante, vario e strano, si nell’aria ci sono ancora le bollicine frizzanti del capod’anno..

Rientrare a casa con l’albero di Natale sotto braccio

Rientrare a casa con l’albero di Natale sotto braccio
L’aria di festa, l’attesa é nell’aria, con i suoi canti di Natate portati dalle folate di vento, dalle calde luminarie appese tra i fili delle strade e negli incroci. Pure il semaforo é addobbato per l’occasione.
Da qualche giorno vedo le famigliole rientrare a casa con l’albero di Natale infagottato nella sua retina verde pronto a sprigionare i suoi rami nel salotto di casa e farsi vestire per l’occasione. Le guardo queste mini famiglie con o senza bambini al seguito e penso che non ci ho ancora pensato. Mi siedo sulla panchina a chiedermi cosa stiamo aspettando nel condominio a preparare il Nostro albero di Natale. Siamo tutte impegnate in diverse attivitá, che il tempo é arrivato e ci ha colto di sorpresa. Eppure la pubblicitá di panettoni, regali possibili e pianificazione delle ferie e in corso gia da due mesi. Eppure l’8 dicembre é arrivato alle mie spalle dicendomi – scusa devo passare, cosa fai vieni con me? – Resto sorpresa non rispondo e lui continua a camminare e sono le 8 del mattino. Penso che manderó un messaggio a tutte le altre chiedendo che intenzione hanno. Potremmo addobbare anche noi il nosto piccolo alberello e festeggiare questo giornata. Sono le 10.00 ho Mandato il messaggio due 2 ore fa, ma nessuna mi ha risposto. Penso che non rientrero presto a casa perché devo lavorare sino a tardi e non avró il tempo di comprare nuovi addobbi. La ridotta pausa pranzo ha il tempo di riportare alla mente che oggi e l’8 dicembre ma nessuna risponde. Un minimo di organizzazione dico io. Lo vedono il messaggio l’ho invato a chiare lettere ma iente … nessuna risponde! Potrei andare via visto che sono le 5 passate ma non ricordando che oggi era il giorno dell’albero di Natale ho gia confermato la presenza a lavoro per fare straordinario. Si sa non é per il lavoro ma sempre per il potersi mantenere da soli. Vorrei sapere proprio cosa stanno facendo tutte le altre: proprio nessun segno di vita. Almeno Poetessa potrebbe rispondere, ma gia lei e proprio su un altro pianeta. Si, sono le 20 adesso tutti i negozi saranno chiusi tra rientrare a casa si fara ancora piu tardi, molto tardi Sarebbe bello poterlo fare tutte insieme ma l’organizzazione del weekend ci porta ad essere tteut fuori di casa. Mi fermo al temporaneo negozio d alberi di Natale in mezzo alla piazza della chiesa e odoro la resina che gli abeti spigionano. Un bambino tira per la manica il papa chiedendo di prenderne uno bellissimo che vede dal di fuori, la casetta di legno mette in bella mostra ghirlande di luci e palle di vetro colorate, ma e gia tutto chiuso. Non sono la sola in ritardo, ma si, mi manca fare l’albero di Natale.

Io il mio carattere e il futuro da inventare

Io il mio carattere e il futuro da inventare
Da un po sto osservando le condomine e guardo me stessa, Innamorata cerca il suo Principe, Ribelle cerca il suo io profondo da far conciliare con gli altri io che incontra, Eterna-Adolescente organizza la sua vita secondo il suo piacere, Poetessa ha una relazione stretta con la Poesia. Ed io? Da qualche giorno a questa parte mi sveglio con questa domanda. Ma io dove sto andando, verso che cosa? Allora osservo il loro fervore la necessitá di appagare il loro divertimento, il piacere di stare in compagnia, trovare la persona giusta o scoprire qualcosa di più su se stessi, conoscere il mondo dentro e fuori se stessi attraverso la scrittura. E io mi sento lontana come se non mi appartenessi come se non fossi io per me, come se fossi solo una persona che lavora e basta. Forse e per questo che non so divertirmi come fa Eterna-Adolescente tirando sino alle 3/4 del mattino sommando pinte e shottini, e non mi diverto all’impianto strategico di Innamorata che organizza la sua vita alla ricerca del Principe. E che divertimento c’e a scavare dentro di noi con la poesia o gli incontri di autocoscienza? So chi sono e cosa faccio: sono la Capocondomina il mio nome esprime il mio carattere e il mio mondo, almeno sino ad ora. Ma adesso queste domande insistenti mi lasciano perplessa. Non trovo risposta se non un altra domanda dove sto andando? Non so rispondere ne all’una ne all’altra e mi dico he non c’e risposta perché so gia cosa faccio e quindi chi sono, ma chi sono é cosa faccio? Se anche fose tutto questo non é piu soddisfacente e interessante. Mi guardo allo specchio e da un pó non mi riconosco. Allora le guardo queste donne, osservandole nel loro affaccendarsi, nelle loro risate , nei loro impegni, attente a se stesse, rispettose di se stesse. E io? Credo di essere indietro rispetto a questa capacitá, e rigirando tra le mani questa domanda come una scatola che non so da che lato si apre, arriva una certezza: no ho mai imparato a divertirmi nel senso infantile della parola, quel divertimento del gioco per giocare. Penso che dovró cercare qualche corso e frequentarlo. Non ho mai scelto la persina giusta per me dovró osservare piú da vicino queste donne del condominio, conoscerle olter quello che ho sempre saputo di loro.

Strane riflessioni cercando un perché

Strane riflessioni cercando un perché
Mentre vado a lavoro e guido nel traffico prima dell’ora di punta la macchina scorre sinuosa tra auto, moto, autobus con fermata, e pensieri che si fermano al passare di perché indisciplinati. E mi viene chiesto da non so chi, visto che in macchina con me non c’e nessun altro e la radio canta – perché sto andando a lavoro? Rispondo che la domanda é scontata e le risposte sono piu di una: perche mi serve lo stipendio perche il lavoro mi piace… Allora, a dirla tutta, non é che mi piace tantissimo, peró…. Molte cose non mi piacciono tantissimo: il mio capo é arrogante e non mi considera una persona ma una sua proprietá, le attivitá sono tristemente routinarie il mio ufficio é esposto a nord, non ho una bella visuale, l’orario é terribile, usa tutta la mia serata. Quindi sento di nuovo la domanda – allora perché stai andando a lavoro se non ti piace tantissimo? rispondo che lavorare mi piace, mi piace avere un appuntamento fisso, ordina la mia giornata, mi sveglio e vado…
E mentre la strada si allarga curva e svolta io sono lí con risposte non del tutto convincenti e ancora questa voce imperterrita … ma chi l’ha chiamata .. chiede: – quale lavoro ti piacerebbe tantissimo? – Ma che domanda e? Il lavoro é lavoro… nessuno mi ha mai detto che il lavoro mi deve piacere. Il lavoro é svolgere delle attivitá per qualcun altro che in cambio del servizio svolto mi paga. Quindi io ricevo il mio salario. Si, da un po di tempo le gnerazioni moderne come Eterna-Adolescente, Ribelle e anche Innamorata si chiedono prima se l’attivitá o il lavoro da svolgere sia gradevole o meno e se é il lavoro che vogliono fare. Ovvio per loro é piu facile non sono obbligate a lavorare – vivono di rendita – e possono permettersi di scegliere. Scegliere. Ho scelto questo lavoro? Credo di si, per una questione economica ma non l’ho mai scelto completamente con il cuore. Ma cosa cambia? Una scelta é una scelta … e mi sembra immodificabile.

Orari incastri appuntamenti and enjoy the weekend

Orari incastri appuntamenti and enjoy the weekend
L’altro sera dopo una giornata di lavoro nel condominio c’é stata l’inevitabile resa dei conti. Innamorata, Ribelle e Eterna-Adolescente mi aspettavano al varco pretendendo il venerdi, armate sino ai denti e, dalla loro espressione, per niente concilianti. E io tra me e me, mi sono detta, che si arrangiassero. Ma poi prendendo un respiro profondo ho chiarito a me stessa – s’ha da fa! –
Siamo andate quindi tutte in cucina e tra un bicchiere di vino rosso e una pizza ai quattro formaggi abbiamo iniziato la spartizione del venerdi e del sabato/domenica. Ho rivisto in un lampo la gestione del personale, il soddisfacimento dei bisogni, la frustrazione di non vedere soddisfate le proprie richieste, le inevitabili cnseguenze. Ma volendo evitarmi tutto questo e godermi anche io il weekend in arrivo, ho dovuto tirare fuori tutta la mia – santa – pazienza. Tutte avevano la lista di orari e appuntamenti. Eterna-Adolescente aveva delle richieste da follia pura: dal venerdi alla domenica! Quindi consapevole che avrei avuto a favore Innamorata e soprattutto Ribelle abbiamo eliminato il suo venerdi sera. E abbiamo iniziato a vedere il suo muso pronunciarsi in broncio. Ribelle e Innamorata mi aspettavano pronte a tagliarmi a fette qualora avessi accontentato una a discapito dell’altra! Quindi le ho guardate dritte in faccia e ho chiesto a entrambe se avevano trovato un accordo e come volevano organizzarsi per il venerdi. Innamorata asseriva che Ribelle poteva partecipare all’incontro di autocoscienza magari un venerdi futuro non meglio precisato che sarebbe potuto pure essere tra mille anni. Ribelle asseriva l’esatto contrario: Innamorata avrebbe potuto incontrare chi voleva il sabato la domenica il mercoledi…
Si stava facendo lunga, con derive di discussione inutili. Avrei potuto dire 1. Arrangiatevi – 2. Vi rimando in cantina e butto la chiave in mare – 3. Mi prendo io il venerdi – 4. Non esce nessuno e tagliamo la testa al toro. Quindi ho chiesto ad entrambe nuovamente come volevano accordarsi considerando gli orari che permettevano un buon incastro. Ribelle sarebbe andata alle 5.30 al suo incontro di autocoscienza e Innamorata avrebbe slittato alle 9.30 l’incontro! Al che Innamorata é balzata su con il pelo dritto come i gatti e ha detto – Ma io mi devo preparare – Bene, hai 3 giorni per allenarti a fare piu in fretta nell’addobbo! Le seguenti lamentele furono messe a tacere da: a) puoi sempre decidere di rinunciare b) la vita e un continuo compromesso c) chi si accontenta gode e incontra il principe azzurro. La “C” é sembrata farle dimenticare la problematica dell'”oddio mi devo preparare in 10 min” . Il venerdí era andato. La cosa straordinaria é stata che il sabato e la domenica sono stati organizzati secondo per secondo con questo criterio: il gioco all’incastro! Come una staffetta a ostacoli in corsa per il fine settimana. Cosi Eterna-Adolescente é stata soddisfatta per l’ottenimento della la notte e il giorno dopo con le amiche. Io ho strappato il sabato sera all’Innamorata che voleva la replica.
Quindi senza nessun spargimento di sangue siamo riuscite ad organizzare il weekend.
Mi chiedo: quanto potrá durare questo tour de force?!